Ruggero Tantulli

Veneziano, classe 1988. Diploma di maturità classica, laurea in Giurisprudenza e master di primo livello, è giornalista professionista. Collabora con ilfattoquotidiano.it. Ha scritto, tra gli altri, per InCronaca e Il Corriere del Veneto. Appassionato di politica. E di calcio. Nel cuore, infatti, porta tre colori: l’arancio, il nero e il verde.


Usa, la American Anthropological Association boicotta Israele

Con un voto interno, la più grande associazione accademica di antropologia al mondo, fondata nel 1902 e con sede ad Arlington, in Virginia (Stati Uniti), ha deciso di boicottare le istituzioni accademiche israeliane, “complici dello stato israeliano”, accusato nella risoluzione di attuare un “regime di apartheid e di oppressione ai danni del popolo palestinese”.

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Sotomayor, i 2,45 metri e quel record imbattuto da 30 anni

La canotta bianca con i lati verdi e il numero 76 sul petto. La collanina dorata. I minuti di preparazione e la rincorsa, con i balzi e quel salto senza far cadere l’asta posta in orizzontale. Un centimetro più in alto di una porta da calcio. Salamanca, 27 luglio 1993: 2,45 metri. Il record del mondo. Firmato Javier Sotomayor.

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Soumaila Diawara: «L’Occidente ha fallito in Africa, che ora guarda a Cina e Russia»

Dal ruolo dell’Occidente, definito «fallimentare», a quello di Cina e Russia, che in Africa stanno acquisendo sempre più influenza. Economica, geopolitica e militare. E l’Italia? Non se la passa tanto bene («Governo Meloni? Incapaci, sanno solo fare propaganda becera»). Con un’idea chiara sulla guerra in Ucraina («Basta armi, Europa sottomessa agli Usa»).

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Kociss, 45 anni dalla morte del bandito amato dai veneziani

Fu ucciso il 12 maggio 1978, colpito dai proiettili sparati da un poliziotto mentre fuggiva su un barchino, dopo quella che doveva essere l’ultima rapina. Aveva 29 anni. La parabola di Kociss, al secolo Silvano Maistrello, si concluse 45 anni fa nella sua Venezia, tra il rio di Santa Marina e quello del Piombo. Nome sinistramente profetico, dove finì la fuga del bandito più amato dai veneziani di allora. Soprattutto nel sestiere di Castello, cuore di una Venezia proletaria e segnata dalla povertà.

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