Per Giulia, per tutte

Il 25 Novembre – giornata contro la violenza di genere e sulle donne – si sono tenute a Roma e Messina le due principali mobilitazioni nazionali convocate da Non Una di Meno, movimento transfemminista internazionale, seguite da cortei e momenti di sensibilizzazione in tutta Italia.

Noi di Ventuno siamo andati a Roma, al concentramento del Circo Massimo. Ciò che abbiamo incontrato è stata una vera e propria Marea di ben cinquecentomila persone, una Marea intersezionale piena di individualità diverse. In piazza tanti colori, bandiere e contestazioni: si è parlato del femminicidio di Giulia Cecchettin che ha portato nuovamente alla luce le inefficienze del sistema che viviamo ogni giorno in materia di educazione sessuale, sportelli antiviolenze, assistenza sociale etc.

“Per Giulia, per tutte!”, “insieme siam partite, insieme torneremo, Non Una di Meno”, “l’assassino non è malato, è figlio sano del patriarcato” tanti cori in suo nome e per tutte le altre vittime del patriarcato. 

Presenti anche bandiere palestinesi. La violenza che il popolo palestinese vive sulla propria pelle fa parte di quelle stesse dinamiche di violenza sui corpi, di donne e bambini, che il movimento vuole evitare. In quanto lotta intersezionale, il genocidio che sta avvenendo in Palestina, rientra perfettamente nelle rivendicazioni della piazza di ieri. Molti i simboli e le bandiere della comunità LGBTQIA+ visto che in egual modo è vittima della società patriarcale. Secondo i dati raccolti dall’osservatorio nazionale femminicidi, lesbicidi, transicidi di Non Una di Meno, in Italia si contano 110 casi nel solo 2023. Secondo l’osservatorio la matrice è sempre dettata da violenza e odio etero-cis-patriarcale.

Tante le emozioni, tra cui un momento di tensione in cui la polizia ha manganellato una parte del corteo che sanzionava, utilizzando colori e scritte sulla saracinesca, la sede di Pro vita e famiglia, considerata una realtà che fomenta il clima patriarcale con fake news sui temi cari al movimento di Non Una di Meno.

“Per Giulia non fate un momento di silenzio. Per Giulia bruciate tutto”. Le parole della sorella di Giulia Cecchettin, Elena, hanno ricevuto una pronta risposta da parte di tutto il movimento. Tanta rabbia ma soprattutto tanta speranza. Il clima della giornata è stato denso di “rabbia” per i continui femminicidi e manifestazioni patriarcali che pervadono la società e “speranza” affinché tutte queste ingiustizie e violenze possano svanire.

Le foto della piazza (autore: Mirko Ostuni)

Leggi anche Basta

Leggi anche 25 novembre, le sorelle Mirabal e la giornata contro la violenza sulle donne