La colorata disobbedienza civile di Extinction rebellion

Extinction rebellion (Xr, letteralmente “ribellione all’estinzione”) è un movimento socio-politico nonviolento, nato in Inghilterra nel 2018 per far fronte alla crisi climatica, per chiedere ai governi di tutto il mondo delle politiche sostenibili e un cambio radicale del sistema in cui viviamo. Xr chiede verità, chiede assemblee cittadine come reale strumento di democrazia diretta e dove le persone possano vivere e partecipare attivamente al destino della società. La sua ricerca di un’alternativa, le sue analisi, contenute nel libro This is not a drill, hanno fatto avvicinare alla causa molte persone. Una causa che appartiene a tutti. Successivamente alla prima “ribellione” di Londra, Extinction rebellion ha raggiunto tanti paesi, tra cui l’Italia.

Il nostro viaggio ha lo scopo di attraversare Xr Italia cogliendo appieno le ragioni della nascita di questo movimento. Ci siamo interfacciati con diversi gruppi locali di Xr per capirne le differenze, per comprendere come il territorio influenza le loro azioni. Per comprendere se in Italia un movimento come Xr possa riuscire davvero a (ri)svegliare le coscienze e far cambiare rotta alle scelte politiche del nostro governo.

Un movimento porta a porta

“In Xr ho trovato la mia dimensione, nei suoi dieci principi c’è tutta la lotta che io ho sempre cercato di portare avanti” (Eos di XR Milano)

Dall’inizio del 2019 il movimento approda anche in Italia e iniziano a costituirsi i primi gruppi locali in città come Bologna, Milano, Roma, Torino e Mestre. In Italia il movimento si adatta a quelle che sono le situazioni socio-culturali del territorio. Ogni gruppo locale possiede una propria organizzazione. Una delle caratteristiche che differenzia Xr da altre associazioni è l’avere una propria dimensione decentralizzata, una dimensione “dal basso verso il basso”, che evita la nascita di dinamiche gerarchiche e di potere tipiche del sistema in cui viviamo tutti. L’organizzazione decentralizzata di Xr è formata da diversi gruppi lavoro che si muovono autonomamente e possono essere di diverso tipo: gruppo media, politico, di cultura rigenerativa, di azione, artistico. Questi sono i gruppi lavoro più utilizzati. Ognuno di questi gruppi ha uno scopo ben preciso e il loro coordinamento è dato dalla sinergia delle persone che vivono le dinamiche di Xr.  

Gli obiettivi di Xr sono chiari: chiedere verità alle istituzioni, proporre assemblee cittadine e sensibilizzare la popolazione nazionale in merito alla catastrofe climatica. Per raggiungerli vengono utilizzate diverse modalità d’azione, quest’ultime messe in atto dopo aver studiato un piano strategico.

Lo strumento più comune usato per sensibilizzare le persone è quello delle Introduzioni. Le introduzioni al movimento permettono di far conoscere sia Xr come reale alternativa al modello di società in cui viviamo e far comprendere meglio il tema della catastrofe climatica. Chiaramente le modalità possono variare, a esso possono essere accompagnati pic-nic, feste, momenti di aggregazione. Xr Venezia, per esempio, sta sperimentando un nuovo metodo per informare la cittadinanza che consiste in delle lettere porta a porta: “Prendiamo un quartiere e lo sondiamo bussando porta a porta, sensibilizzando e facendo azioni per far capire cosa sta succedendo con la crisi climatica a Venezia e cosa possiamo fare. Una volta che la maggior parte del quartiere si è mobilitato andiamo in un altro” (Elisa di Xr Venezia).  

La disobbedienza civile

Ciò che rende Xr un movimento innovativo è l’utilizzo delle pratiche di disobbedienza civile. Xr ha scelto questo strumento dopo aver svolto un accurato studio storico e sociologico in merito alle modalità più efficaci per attuare un cambiamento. Uno studio quasi scientifico mostra come sia molto più efficace la disobbedienza civile non-violenta, rispetto ad azioni violente. “Credo che la disobbedienza civile faccia un po’ da ponte tra chi è già nel mondo dell’attivismo e chi invece non lo è. Questo perché l’azione di disobbedienza civile è allegra, colorata rispetto a un’azione violenta o alla tipica manifestazione con fumogeni. Questo fa sì che le persone si sentano molto più a loro agio e che possano maggiormente simpatizzare per la causa. Si fanno performance musicali, teatrali” (Luca di Xr Bologna).

Vi sono diverse modalità di disobbedienza civile per esempio: rebel of one che “consiste in un’azione di disobbedienza civile individuale. Una persona si siede per terra con un cartello con un pensiero personale in merito alla crisi climatica”. Vi sono anche gli swarming (“sono blocchi stradali a intermittenza”). Altri esempi di disobbedienza civile sono gli scioperi della fame (come quello di Torino), sdraiarsi o incollarsi al suolo, incatenarsi alle sbarre.

Prima di poter fare azioni pratiche però vengono fatti incontri di formazione legale “perché la repressione c’è. Sono stati arrestati degli attivisti ma sappiamo che è un rischio calcolato perché agendo con la disobbedienza civile e quindi senza un preavviso è la norma. Ma facciamo formazione affinché chi non si è mai approcciato sappia di non dover reagire alla repressione delle forze dell’ordine. Il senso è quello di creare disagio, non di rispondere alle repressioni con la violenza” (Elisa di Xr Venezia). Ci sono gruppi di avvocati che sostengono il movimento e si impegnano a fornire protezione legale. Specialmente durante la PreCop di Milano vi sono stati arresti e multe per un totale di migliaia di euro.

Non tutti i gruppi locali di Xr riescono a mettere in atto azioni di disobbedienza civile. Nel Meridione molti gruppi hanno difficoltà: “Il movimento fonda le sue azioni sulla disobbedienza civile, non sempre si può essere disponibili. Io ho famiglia, lavoro. È molto rischioso per le nostre vite personali. È un paradosso sistemico: per attuare un cambiamento servono azioni forti, ma con queste azioni si rischiano denunce, arresti, multe e molte persone con una famiglia, con molte responsabilità, non possono permetterselo” (Davide di Xr Napoli).

La popolazione risponde alle azioni nei modi più variegati. “Le reazioni della popolazione sono molto eterogenee, c’è chi vuole abbracciarti e conoscerti, chi invece si lamenta e bestemmia o ti ignora e tira avanti” (Bianca di XR Trento). Ci sono state performance che hanno colpito maggiormente l’emotività della cittadinanza: ricordiamo la performance delle sirene a Venezia o la red rebellion o la ribellione dell’8 marzo appena trascorso a Torino (“è stata un’esperienza molto forte, in otto ci siamo spogliate davanti al Consiglio regionale aperto, è stata un’azione pensata in ottica intersezionale per unire la lotta trans-femminista e la crisi climatica” – Matilde di Xr Torino).

La crisi climatica nei territori

La crisi climatica è un problema globale. Gli attivisti di Extinction rebellion, nelle loro introduzioni al movimento, lo affrontano nella maggior parte dei casi in termini generici ma, per esempio a Milano “vi è un dibattito interno poiché sì, ci piacerebbe moltissimo declinare il discorso della crisi climatica qui, ma è difficile farlo. Per poterlo fare bisognerebbe ottenere dati e conoscere la realtà territoriale alla perfezione. Bisognerebbe offrire un’alternativa”. A Venezia il movimento è riuscito a conciliare “entrambe le visioni, Venezia è particolarmente colpita dalla crisi climatica, sia per quanto riguarda l’innalzamento dei mari, sia per la siccità. A Venezia c’è un rapporto evidente tra storia della città e inquinamento ambientale. Utilizziamo le nostre azioni per sensibilizzare maggiormente la popolazione”.

È chiaro che declinare il discorso a livello locale permetterebbe di facilitare la sensibilizzazione ma andrebbe pensata “una strategia, un piano strategico che permetta di ottenere risultati. Un piano come quello che si è pensato a livello internazionale” (Xr Torino). Non sempre si riesce a realizzare però. Ancora una volta ritroviamo difficolta maggiori nel Sud Italia: “In Campania abbiamo problemi ecologici come la Terra dei fuochi, la cementificazione. Il fiume Sarno è uno dei più inquinati d’Europa. Però per quanto vi siano dei problemi ecologici territoriali, noi al momento cerchiamo di sensibilizzare le persone alla crisi climatica a livello globale per mancanza di trasparenza sui dati locali” (Davide di Xr Napoli).

Nonostante le difficoltà “si cerca di collaborare con diverse realtà già esistenti sul territorio per ottenere dati, per conoscere e approfondire i problemi locali e riuscire a ottenere risultati. Per far capire ancora di più il reale problema della crisi ambientale” (Viola di Xr Roma).

Il rapporto con le altre realtà e le istituzioni

Come detto prima, Xr si differenzia dalle altre realtà per diverse ragioni: la de-centralizzazione del movimento, le modalità di azione, la propria globalità e l’intersezionalità delle proprie performance e idee. Queste differenze rendono complicate le relazioni con le altre associazioni, ma ciò non vanifica il loro intento di unificare la rete. “Abbiamo un ottimo rapporto con Fridays for future (FFF) e alcuni centri sociali. Collaborare davvero ancora è difficile, ma perché abbiamo una struttura molto diversa rispetto alla loro. Da noi non vi è una leadership che prende le decisioni, da noi si riporta tutto all’interno del gruppo” (Eos di Xr Milano).

Si cerca di unire le realtà per un fine più grande. Si collabora con i comitati cittadini, con le università, con le altre associazioni e gli altri movimenti. Farlo senza perdere il proprio focus è uno dei problemi principali: “Al momento stiamo aspettando ad aprirci per non perdere il focus ma dialoghiamo con Legambiente, Fridays for future, Comitato No-grandi navi” (Elisa di Xr Venezia).

Con le istituzioni si hanno difficoltà di dialogo maggiori. In alcune zone Xr è riuscito a far passare delle mozioni per istituire le assemblee cittadine a livello locale. Nonostante alcuni risultati positivi, il discorso è ancora in alto mare. Le istituzioni sono poco inclini al dialogo e reprimono. Però questo non ferma il movimento che continua la propria lotta.

È stato un viaggio intenso che ha mostrato come il movimento si differenzia da Nord a Sud, da Est a Ovest. Il Meridione è ancora indietro ma non è fermo. Da qualche mese Xr ha raggiunto anche la Puglia e ha ottenuto un palco importante come quello del Primo maggio a Taranto. “In Puglia Xr esisteva già prima della pandemia ma andava ripreso e caricato di nuova energia. Al momento cerchiamo di far conoscere la realtà di Xr in tutta la Puglia e anche trasmettere un nuovo concetto di attivismo qui. Sarebbe bello avere diversi gruppi locali in tutta Puglia a livello provinciale” (Annalisa di Xr Puglia). Con tutte le difficoltà del caso, nonostante il disimpegno delle varie istituzioni e le repressioni, il movimento senza dubbio continuerà la propria ribellione per poter far cambiare rotta ai governi di tutto il mondo. “La crisi climatica è un concetto globale, e come tale, riguarda tutti” (Pasquale di XR Bologna).