Guida alle ultime otto giornate di Serie B

Otto squadre in lotta per la A, a otto giornate dalla fine. Sette di queste raccolte in appena 8 punti. Il tutto in 40 giorni da qui alla fine, prevista per il 7 di maggio, con soli tre posti a disposizione per il massimo campionato. La Serie B è sempre stata il luogo in cui l’incertezza regna sovrana e, quest’anno più che mai, sembra confermare il paradigma. Tra la capolista Empoli, a più 7 dalla seconda, e l’ottavo posto del Chievo, che occupa l’ultimo slot disponibile per la conquista dei play-off, ci sono appena 15 punti.

Le incognite per il Covid

La stagione 2020/2021 si era aperta con tutte le incognite legate al Covid-19, tra contagi in squadra e assenza di tifosi allo stadio, e alla difficoltà a trovare un sostentamento economico. Se la Serie A riesce a recuperare, in minima parte, le perdite dal botteghino con i diritti tv, per la B la faccenda è ben più complicata. Gran parte degli introiti deriva dalla vendita dei biglietti, per un campionato che ha sempre potuto contare sui tifosi più fedeli, quelli delle cosiddette provinciali. Sono appena 25 i milioni di euro incassati da Rai e Dazn per i diritti televisivi da suddividere per tutte le venti società del campionato cadetto. Molto meno di quanto incassa in un solo anno una squadra di bassa classifica di serie A. E in attesa di capire chi acquisirà i diritti tv per le prossime stagioni. Ciononostante il divertimento in campo non è mancato finora. Alcune protagoniste di B hanno dimostrato sia ottima intensità di gioco che facilità nell’arrivare al gol, dimostrando di avere una precisa idea di calcio. Chiaramente tenendo conto del divario tecnico delle altre contendenti.

Empoli, fortino in difesa

Se la stagione 2019/20 aveva nel Benevento di Inzaghi la migliore squadra del campionato cadetto, per quella in corso il ruolo sembra essere stato assunto dall’Empoli di Alessio Dionisi. Arrivato dopo una stagione al Venezia, il tecnico dei toscani ha puntato sulla solidità difensiva per imporsi sulle altre contendenti. Dodici partite senza subire gol, una sola sconfitta e una fase difensiva invidiabile. Il punto di riferimento in mezzo al campo è Leo Stulac, abile a fermare il gioco avversario a centrocampo e a far ripartire la squadra. Dietro invece ci sono Simone Romagnoli in difesa e Alberto Brignoli in porta, autore dello storico gol al Milan ai tempi di Benevento.

Il gol di Stulac contro la Cremonese, 12a giornata

Il peso dell’attacco si è appoggiato sulle spalle di Leonardo Mancuso che si è imposto come uno degli attaccanti più influenti della stagione di B. Su tutte, brilla la sua prestazione contro l’Entella, lo scorso dicembre. Il bomber empolese in quella occasione ha realizzato un poker da record, tra il 55esimo e il 70esimo per il 5-2 finale. Quattro gol in meno di 15 minuti e record per il poker più veloce di sempre in B e probabilmente del calcio italiano.

Giovani talenti

Accanto a lui, Dionisi ha spesso scelto una prima punta abile a dialogare con i compagni come Andrea La Mantia, alternato agli esterni Matos e Olivieri. In questa stagione a farsi notare maggiormente sono stati il 22enne centrale Casale, il 21enne terzino Parisi e soprattutto il 19enne Ricci, ormai perno del centrocampo, quest’ultimo direttamente dalla Primavera. La società del presidente Corsi ha sempre avuto un ottimo rapporto con i giovani come conferma anche la partecipazione in pianta stabile dell’Empoli nel campionato Primavera. Indimenticabile l’ascesa in A dell’Empoli di Maurizio Sarri nel 2013/14 che riuscì a portare il bel calcio sul palcoscenico principale con la rosa di una neopromossa.
Passato un febbraio apatico con cinque pareggi in altrettante gare, l’Empoli a marzo ha ripreso la sua corsa e, dopo trenta giornate, guida con 59 punti

Lecce corsaro in attacco

Se la miglior difesa del campionato è dell’Empoli, il miglior attacco spetta al Lecce. Frutto dei 58 gol realizzati dai giallorossi salentini e del maggior numero di punti in trasferta, 29 fino a questo punto della stagione. Partito con i favori del pronostico, grazie anche al ritorno dopo 15 anni di Pantaleo Corvino come direttore tecnico, il Lecce di Eugenio Corini ha avuto prestazioni altalenanti. A Natale la sua panchina ha persino traballato per alcune prestazioni deludenti. Tuttavia il livello della rosa allestita dal presidente Saverio Sticchi Damiani è nettamente superiore a quello delle altre di B. Anche per il fatto di essere arrivati dalla stagione in serie A, con sfida salvezza fino alla fine, guidati da Fabio Liverani. Corini è stato costretto a cambiare pelle ai suoi con un’unica certezza che lo ha accompagnato per tutta la stagione: Massimo Coda. Specialista di promozioni in A, inclusa quella a Benevento nella scorsa stagione, l’attaccante di Cava de’ Tirreni si è imposto come il miglior marcatore della serie B con 20 gol, a più cinque del già citato Mancuso. Il tutto grazie a un gioco iper-offensivo che lo ha portato a realizzare, nell’ultima gara dello scorso 20 marzo, la quarta doppietta consecutiva. A parte gli otto gol nelle ultime quattro partite, Coda ha spesso svolto il ruolo di quello che toglie le castagne dal fuoco.

Non solo Coda

Ma la forza dei giallorossi è apparsa a tutti nelle sfide dirette, grazie alla forza offensiva prorompente. Undici gol rifilati alla Reggiana tra andata e ritorno. Sei al Chievo. Cinque all’Entella, che però al ritorno ha bagnato le polveri leccesi.

Virtus Entella – Lecce 1-5, 7a giornata

In alcune occasioni la squadra di Corini si è espressa peggio delle sue capacità. Ma anche grazie all’esperienza dei suoi uomini in rosa, abituati a ben altri palcoscenici, ha sempre saputo reagire. Dal capitano Marco Mancosu, autentico trascinatore e goleador nello scorso campionato di A, a Cristian Maggio, arrivato a gennaio dopo l’infortunio di Adjapong. A questi si aggiungono i vari Stepinski, Pisacane, Tachtsidis e i talenti scovati da Corvino. Su tutti hanno impressionato il giovane attaccante della cantera madrilena Rodriguez, il centrocampista scozzese Henderson e il danese Hjulmand. Il Lecce resta ancorato al secondo posto con 52 punti, a meno 7 dalla capolista Empoli.

Brutti, sporchi e cattivi

L’assioma sul calcio provinciale, fatto di rudezza a centrocampo, attenzione nel non prenderle, un po’ sparagnino, trova la sua epifania nella Salernitana di Fabrizio Castori. Un solo punto in meno del Lecce, in attesa del big-match coi giallorossi nella 31esima giornata, ma ben 26 reti realizzate in meno. A fare la fortuna dei campani è stata l’attenzione difensiva, spesso mancata ai giallorossi, unita all’exploit di inizio stagione. La seconda squadra di Claudio Lotito, presidente della Lazio con forti influenze all’interno della Lega calcio, e di suo cognato Claudio Mezzaroma non era certamente tra le favorite ai nastri di partenza. Castori vanta una grande esperienza in B e la sua Salernitana è la classica squadra ostica contro cui giocare. Seconda miglior difesa del campionato e maggior numero di ammonizioni fra le prime della classe, ben 78 cartellini, la rosa dei campani non vanta alcun nome altisonante. Il 5-3-2 con cui solitamente si esprime in fase difensiva sintetizza a pieno i limiti di quella che a inizio campionato non era stata costruita come una squadra in lotta per la promozione. E che fino alla 15esima giornata di campionato era, invece, in vetta.

Il gol del momentaneo 3-0 di Tutino, 3a giornata

A portarla a lottare con le altre ci hanno pensato i gol del napoletano Gennaro Tutino. Premiato come calciatore del mese di gennaio dall’Aic, l’associazione nazionale calciatori, Tutino ha dimostrato sprazzi di talento dapprima con la Primavera partenopea nella Youth League del 2013 e poi, dopo vari infortuni che ne hanno limitato la carriera, a Cosenza e a Verona, nell’ultima stagione di B degli uomini di Juric. Ben chiusi dietro e ripartenze veloci, così come nel gol selezionato nel video, i salernitani sono riusciti a tenersi nelle zone alte della classifica. Sono a 51 punti, a uno solo di distacco dal Lecce, prossimo avversario alla ripresa pasquale dopo la pausa per le nazionali.

La favola interrotta?

Neopromosso in serie B, il Monza del duo Silvio Berlusconi-Adriano Galliani doveva rievocare i fasti del Milan degli anni ’80. All’epoca, il duo di imprenditori prese i rossoneri dalla B portandolo sulla vetta d’Europa, con 28 trofei in 29 anni di dirigenza Berlusconi. I tifosi del Monza speravano di poter ripetere quanto già accaduto, potendo contare sulla forza economica dell’ex premier e sulla conoscenza calcistica del ‘condor’ Galliani. Ma gli uomini guidati da Cristian Brocchi, altro fedelissimo berlusconiano, non sono mai stati in grado di imporre il proprio dominio sul campionato né in termini di gioco né per i risultati. I nomi altisonanti della campagna acquisti estiva, nemmeno fosse il Milan degli olandesi o quello dei brasiliani, hanno reso meno delle aspettative. Kevin-Prince Boateng è fermo a 5 reti mentre Mario Balotelli a due sole marcature in appena 7 presenze, che hanno però portato a due vittorie per la squadra lombarda.

Il primo gol di Balotelli con il Monza nel 3-0 contro la Salernitana

Le piacevoli sorprese non mancano grazie ai nazionali under21 Lorenzo Pirola, difensore di proprietà dell’Inter, Davide Frattesi, centrocampista prelevato dall’Empoli in agosto. Insieme ad essi è indiscutibile il talento del terzino brasiliano Carlos Augusto, classe ’99, e dell’attaccante portoghese Dany Mota, classe ’98, nome dal sicuro futuro calcistico.
A otto giornate dalla fine, il Monza ha 50 punti ed è in piena lotta per il secondo posto che gli consentirebbe di evitare i play-off, accedendo direttamente in A. E le possibilità ci sono tutte. Anche se la squadra non sta attraversando un momento particolarmente felice, vista la pesante sconfitta subita in casa dal Venezia per 4-1.

La sorpresa in laguna

Ogni anno in B c’è la sorpresa che puntualmente fa la sua comparsa. Arriva, spesso in maniera silenziosa, senza grandi prestazioni, a giocarsi le sue chance almeno fino all’ultima partita dei play-off o a venire, sorprendentemente, promossa. Così come è accaduto per lo Spezia di Vincenzo Italiano nello scorso campionato che aveva meno possibilità di essere promosso in A, almeno sulla carta, di quante ne avessero Empoli e Chievo. Il verdetto del campo, a giusta ragione, ha poi detto altro. Quest’anno potrebbe trattarsi di una delle due venete, Venezia e Cittadella. Nessuno dei tifosi lagunari avrebbe mai potuto immaginare una stagione simile a inizio campionato ma l’undici di Paolo Zanetti sogna di tornare in A dopo anni di digiuno. Risale alla stagione 2001/02 l’ultima apparizione degli arancioverdi, all’epoca guidati da Cesare Prandelli. Niente di lontanamente paragonabile al Venezia di qualche anno prima, quello delle magie di un certo ‘Chino’ Recoba e del bomber Pippo Maniero.
La cordata americana guidata da Joe Tacopina ha rilevato la società nel 2015 dopo due fallimenti. L’attuale presidente americano Duncan Niederauer ha riportato un club storico a giocarsi la promozione nella massima serie. A trascinare la squadra ci hanno pensato i gol di Francesco Forte nella prima parte di stagione e di Mattia Aramu, che in laguna ha trovato la sua dimensione, nella seconda.

Monza – Venezia 1-4, 30esima giornata

Proprio Aramu, con una tripletta, ha impartito una severa lezione alle velleità del Monza che doveva dominare il campionato di B. Non ultimo, tra i lagunari è arrivato a dare man forte anche Sebastiano Esposito, ex Primavera dell’Inter, lo scorso anno a prendere appunti da Lukaku alla Pinetina. Il suo quarto gol al Monza è una vera chicca da non perdere.

Crollo Cittadella

Stesso discorso vale per il Cittadella. Dopo l’ottimo campionato 2019/2020, con la conquista dei play-off, i padovani di mister Venturato a inizio stagione si stavano riconfermando, grazie anche ai gol dal centrocampo di Gargiulo e Proia. Da gennaio il crollo. Due vittorie in tre mesi hanno compromesso l’ottima prima parte di stagione. Ma da qui al 7 maggio i veneti potranno dire la loro in vista dei play-off, rendendo ostico il cammino a qualsiasi avversaria.

Le deluse e le altre in agguato

Spal e Chievo avevano dalla loro i favori del pronostico. Abituate agli ultimi anni di A le squadre guidate rispettivamente da Massimo Rastelli e da Alfredo Aglietti potevano contare su delle buone rose. Attorno ad esse le figure d’esperienza dei due capitani, gli eterni Sergio Floccari ed Emanuele Giaccherini. Per i veronesi, al secondo anno consecutivo di serie B, la debacle è stato l’inguardabile primo tempo giocato contro il Lecce lo scorso 13 marzo. Quattro gol subiti in appena 40 minuti di partita. Il Chievo di Aglietti combina calciatori che hanno deluso nella massima serie con altri che non sono ancora riusciti ad arrivarci. Tra tutti spiccano Joel Obi, vero trascinatore della squadra, e i vari Amato Ciciretti, l’ex laziale Filip Djordjevic e Luca Garritano.
Per i ferraresi l’uomo in più per lunghi tratti della stagione è stato Mattia Valoti, così come già intravisto nella retrocessione della scorsa serie A. Mentre Alberto Paloschi, Federico Di Francesco e Marco Tumminello hanno inciso meno del dovuto fino a questo punto. A fermare le ambizioni degli spallini è stata l’eliminazione in coppa Italia contro la Juve per 4a0 alla fine di gennaio. Da lì in poi la squadra non si è più ripresa. Due sole vittorie in due mesi, entrambe per 1a0, mostrando grossi limiti offensivi. Il punto più basso è stato raggiunto con la sconfitta 3-0 subita dal Pisa.

Le altre di B

Proprio i toscani restano aggrappati al treno play-off con tutte le unghie e meriterebbero più di qualche altra avversaria. Dopo la pausa per le nazionali Spal e Chievo si troveranno contro, sul campo di Verona, con il rischio di non trovarsi più nella lotta per i play-off. Frosinone, Vicenza, Brescia e soprattutto Pisa incombono. E le due squadre che rischiano di rimanere appiedate sono proprio le due che partivano da favorite.