Sono tornate le Sette Sorelle?

L’Inter in testa alla classifica, nuova capolista. Il Milan, fresco di controsorpasso, pronto a reagire nell’imminente e attesissimo derby di domenica 21 febbraio. La Roma e la Juventus alle calcagna, con la Lazio in ripresa e desiderosa di replicare la cavalcata della scorsa stagione. Senza dimenticare Napoli e Atalanta, più incostanti ma sempre in agguato. Tutte racchiuse in 10 punti, dopo ben 22 giornate. Dietro, il vuoto o quasi, visto che il Sassuolo ha perso da tempo il treno col vertice. La domanda, a questo punto, con un blocco di sette squadre nettamente superiori alle altre, sorge spontanea: la Serie A 2020-21 ci sta facendo rivivere una nuova epoca delle Sette Sorelle? Può il disastrato calcio italiano ai tempi del Covid farci tornare alla fine degli anni Novanta, alla mitica lotta fratricida tra Juve, Milan, Inter, Roma, Lazio, Parma e Fiorentina, ad uno dei momenti più felici del pallone nostrano, poi trasformatosi in un fortunato brand?

Equilibrio dettato dal Covid, ma non solo

Rispondere in maniera netta non è facile. Ma ci proviamo. E, con le dovute proporzioni, oltre ad un pizzico di coraggio e provocazione, diciamo che sì, il calcio delle Sette Sorelle sta tornando. In parte, quantomeno. Certo, tanto, tantissimo è cambiato dagli anni Novanta, da quel calcio ancora comandato dai presidenti-mecenati (da Berlusconi a Moratti, passando per i Cragnotti, Cecchi Gori, Sensi, Tanzi e arrivando alla famiglia Agnelli, unica ‘superstite’) e dai colpi di mercato estivi miliardari (Crespo, Vieri, Buffon) che oggi viene ricordato con tanta (troppa?) nostalgia, specie sui social. E non solo per i due ingressi (Napoli e Atalanta) nel prestigioso club, curiosamente le uniche (assieme a Juve e Lazio) ad aver mantenuto una proprietà italiana. Ma non si spiegherebbe altrimenti un campionato all’insegna di un equilibrio al vertice mai visto negli ultimi anni, con la sensazione di totale (o quasi) intercambiabilità nelle prime posizioni. Il Covid infatti, col suo corollario di porte chiuse, partite ogni tre giorni, contagi improvvisi e cinque cambi, ha rimescolato le carte, tolto tante certezze. La Juventus, dopo 10 anni di dominio, sta vivendo forse un’annata di transizione e il Milan, al contrario, vola oltre ogni previsione. Inter, Atalanta e Lazio sembrano al picco del loro ciclo, la Roma si sta avvicinando e il Napoli, tra tante difficoltà, è sempre presente. Tutte condizioni che stanno regalando agli amanti del calcio un campionato che, se non fosse per l’assenza di tifosi allo stadio, avrebbe tutto per diventare indimenticabile.

Sette sorelle
Gigi Buffon, splendido trait d’union tra il calcio degli anni Novanta e oggi
Milan e Roma, le Sorelle del futuro?

Ma ora, nella speranza che Scudetto e accesso alla prossima Chiampions League siano contesi fino all’ultimo, bisogna porsi un altro interrogativo: queste condizioni ‘portatrici’ di equilibrio saranno presenti anche in futuro? In altre parole, le Sette Sorelle di oggi lo saranno anche nei prossimi anni? Anche qui non è semplice una risposta secca. Ma i motivi per essere fiduciosi non mancano. Posto che Juve e Inter (vicende societarie ‘cinesi’ permettendo) promettono di guidare il calcio italiano ancora a lungo, le altre grandi non sembrano prossime a squagliarsi. Tutt’altro. Anzi, il meglio per Milan e Roma, grazie ad Elliot e ai Friedkin, probabilmente deve ancora venire. Lazio e Atalanta sono splendide realtà che hanno le basi per durare ancora a lungo. Certo, esiste qualche dubbio sul fatto che il ciclo dei Gasperini boys, a tratti meno brillanti rispetto ad altri anni, abbia lentamente imboccato una fase discendente, ma il giocattolo orobico non è facilmente smontabile. Chi dovrà decidere cosa fare da grande è invece il Napoli, con De Laurentiis che in caso di mancata qualificazione alla Champions potrebbe tagliare i cordoni della borsa. Ma è difficile che il produttore cinematografico, da navigato uomo di spettacolo, voglia mollare la presa proprio ora, all’alba di una potenziale nuova era. E dietro? Le candidate ad inserirsi nel prestigioso club latitano. E le ex Sorelle Fiorentina e (soprattutto) Parma, nonostante le nuove munifiche proprietà americane, devono pensare più a salvarsi che a sognare. 

Sette sorelle
Il Parma 1998-99, vincitore italiano dell’ultima Coppa Uefa (oggi Europa League)
Ma in Europa non si vince dal 2010

Certo, per ricominciare con piena cognizione a parlare di Sette Sorelle, oltre ad una serie di campionati combattuti fino all’ultimo, mancherebbe un altro tassello, inesistente da troppo tempo: una vittoria italiana nelle coppe europee. Nell’ultimo decennio dello scorso secolo, cinque delle Sette Sorelle di allora (Juve, Milan, Inter, Lazio e Parma) fecero incetta di trofei internazionali: ben 19 tra Champions League, Coppa Uefa, Coppa delle Coppe e Supercoppe varie. Quella sì fu la vera epoca d’oro del calcio italiano, pur con tutte le sue storture (leggi i debiti faraonici e i crac finanziari). Oggi, stando alla Champions, siamo fermi all’Inter del Triplete (2010), mentre l’Europa League (nata nel 2009) non l’abbiamo mai nemmeno sfiorata. L’ultima Uefa vinta? Fu firmata dal Parma, manco a dirlo nel 1999.

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