Genova, portuali in sciopero contro le armi e contro le guerre

Uno sciopero di 24 ore contro il passaggio di armi e contro il clima bellicista che torna a prendere piede, in particolare con la decisione di aumentare le spese militari da parte del governo Draghi. È quanto avvenuto nella giornata di oggi (31 marzo) a Genova. Protagonisti i lavoratori del porto ligure, che hanno incrociato le braccia contro l’arrivo di una nave della compagnia saudita Bahri, la Bahri Jedda, con un carico di armi destinate al conflitto in Yemen.

Lo sciopero, indetto dal Coordinamento nazionale lavoratori portuali dell’Usb (Unione sindacale di base), mirava ad accendere i riflettori sull’arrivo di dispositivi bellici imbarcati dagli Usa e da altri scali intermedi verso la guerra yemenita. Da sette anni, infatti, l’Arabia Saudita guida una coalizione militare in un teatro di guerra definito dall’Onu “la più grande catastrofe umanitaria”.

La giornata è iniziata alle 6 con un blocco a Ponte Etiopia, nel capoluogo ligure, per protestare contro l’arrivo della nave saudita. Alle 10.30 si è tenuta un’assemblea al circolo Cap di via Albertazzi, dal titolo “A chi conviene la guerra?”. Tra i relatori, il docente di Economia politica internazionale Luciano Vasapollo, il professore del Politecnico di Torino Michele Lancione, l’attivista No Tav Nicoletta Dosio e Gabriele Rubini, in arte ‘Chef Rubio‘. Anche il celebre volto tv ha manifestato insieme ai lavoratori del Calp (Collettivo autonomo lavoratori portuali) di Genova, chiedendo di convertire le industrie belliche in industrie civili e ponendo l’accento sulle conseguenze del trasporto di armi. Soprattutto verso teatri di guerra poco conosciuti, nell’indifferenza generale. Infine, alle 17, un presidio davanti alla prefettura.

Ma lo sciopero di oggi si pone solo come antipasto verso la creazione di un vero e proprio movimento contro la guerra. Sempre a Genova, sabato 2 aprile alle 15, una “Marcia per la Pace” sfilerà da piazza San Lorenzo fino al Porto antico, dopo l’appello promosso da varie associazioni come Pax Christi, Acli, Arci e Anpi, solo per citarne alcune. Il 22 aprile, a Roma, manifesteranno i lavoratori dell’industria, del commercio, della logistica, del trasporto e dei porti. Contro tutte le guerre e contro l’escalation militare. Anche in Ucraina.

Leggi anche Ucraina, fermare i guerrafondai e il richiamo della caverna

Leggi anche Chi arma gli ucraini non li aiuta, li usa