Cile e Colombia, Mondiali appesi ad un filo

Il passo dai fasti di una vittoria incredibile ad un fallimento di proporzioni altrettanto fragorose può essere assai breve. Lo testimonia l’Italia, campione d’Europa a luglio 2021 ma incapace di qualificarsi direttamente ai Mondiali pochi mesi dopo. Gli alti e i bassi frenetici, nel calcio iper-muscolare e senza soste di oggi, sono all’ordine del giorno. Così, non ci si può sorprendere troppo se anche due big del calcio sudamericano come Cile e Colombia sono ad un passo dall’addio al sogno di Qatar 2022. Per la Roja, peraltro, non sarebbe affatto un inedito, visto che ha saltato l’appuntamento pure con Russia 2018. E anche i Cafeteros non rappresentano una presenza fissa ai Mondiali, date le edizioni 2002, 2006 e 2010 consecutivamente mancate. Tuttavia, vederle così in difficoltà nell’estenuante girone eliminatorio sudamericano lascia ugualmente perplessi, a giudicare dal talento di tanti loro interpreti.

La classifica del girone CONCACAF di qualificazione ai Mondiali 2022 (tratta da Diretta.it)
Miracolo nelle ultime due gare cercasi

Per Cile e Colombia la qualificazione ai prossimi Mondiali non è ancora compromessa, almeno matematicamente. A due giornate dal termine del girone, Roja e Cafeteros si trovano rispettivamente a -2 e a -4 dal quinto posto, occupato dal Perù, che garantisce di giocarsi lo spareggio intercontinentale, contro la vincente della sfida tra le due terze dei gironi asiatici (al momento Emirati Arabi e Australia). La quarta piazza, che assicura il pass diretto in Qatar, ora dell’Uruguay, dista 3 e 5 punti. Tanti, a 180′ dalla fine. Forse troppi.

Mauricio Isla, colonna del Cile ed ex di Udinese, Juve e Cagliari (oggi al Flamengo)

In particolare per la Colombia, la cui qualificazione è davvero appesa ad un filo. Se non altro gli uomini di Rueda potranno profittare i prossimi 24 e 29 marzo delle sfide con le già eliminate Bolivia e Venezuela per balzare a 23 punti. Nella speranza di una combinazione positiva di risultati, che freni sia Cile che, soprattutto, Perù. Non facile, considerando che La Blanquirroja godrà di un match point nell’ultima giornata contro il Paraguay già eliminato. E il Cile? Sui ragazzi di Lasarte, a ridosso dalla qualificazione in termini numerici, pende la prossima, terribile, gara, in casa del Brasile. Ma servono punti. Per giocarsi tutto nell’ultima, drammatica, partita, a Santiago contro l’Uruguay.

Roja, Copa lontane. Cafeteros, polveri bagnate
La formazione del Cile (dalla pagina Instagram Selecciòn Chilena)

Sanchez, Pulgar, Medel, Cuadrado, James Rodriguez, Falcao e altri ancora. A giudicare da questi calciatori, tutto si può dire tranne che a Cile e Colombia manchi talento. Eppure la classifica del girone eliminatorio è impietosa. Com’è stato possibile? La Roja paga un ko clamoroso contro il fanalino Venezuela (3-0) e il recente capitombolo interno nello scontro diretto casalingo con l’Ecuador (2-0 ed espulsione di Vidal dopo appena 14′), costati punti pesantissimi. Più in generale, la generazione protagonista del bel Mondiale 2014 (eliminazione agli ottavi contro il Brasile dopo i rigori) e dell’incredibile double delle Copa America 2015 e 2016 sta invecchiando. E i sostituti dei vari Vidal, Aranguiz, Medel, Sanchez, Isla, Bravo (peraltro ancora tutti in campo) non sembrano all’altezza. I giovani Brereton (attaccante di origini inglesi in forza al Blackbourn) e Nunez Espinoza (centrocampista dell’U.Catolica) sono gli elementi più promettenti per supportare la vecchia guardia nel tentativo di un’ultima impresa mondiale.

L’esultanza dei Cafeteros (dalla pagina Instagram Selecciòn Colombia)

La Colombia ha individualità ancora più accentuate, dagli ‘italiani’ Cuadrado, Muriel e Ospina a tanti big del calcio europeo come Barrios, Uribe, Diaz, Mina, Falcao e molti altri. Eppure, dopo un buon inizio di girone (al netto del clamoroso 6-1 subito in Ecuador), si è clamorosamente arenata: zero vittorie e zero gol fatti nelle ultime 7 gare. Difficilmente un risveglio nelle ultime due partite potrebbe bastare. Così, la terza partecipazione consecutiva ai Mondiali (dopo gli ottimi Brasile 2014 – ko con i padroni di casa ai quarti – e Russia 2018, eliminazione ai rigori agli ottavi con l’Inghilterra) sembra una chimera. E una generazione fortissima, incapace di graffiare nelle ultime Copa America, rischia di restare ancora a bocca asciutta, con l’ultimo trofeo (sempre la Copa) vinto nel lontano 2001.