Sahara occidentale, vittoria del Fronte Polisario: annullati gli accordi Marocco-Ue

Il verdetto della Corte Ue

Un duro colpo per il Marocco e i suoi rapporti con l’Unione Europea. Mercoledì 29 settembre la Corte europea di Giustizia dell’Ue ha dato ragione al Fronte Polisario – il movimento di indipendenza saharawi – annullando gli accordi di liberalizzazione Ue-Marocco che includono il Sahara occidentale. Accordi illegittimi perché non hanno avuto l’approvazione del popolo saharawi del Sahara Occidentale.

Tuttavia, la Corte europea chiede di mantenerli in vigore per «un certo periodo di tempo al fine di preservare l’azione estera dell’Unione e la sicurezza giuridica dei suoi impegni internazionali». Pertanto, resteranno in vigore per due mesi.

Terre e risorse sfruttate illegittimamente

La Corte europea di Giustizia ha quindi annullato l’accordo commerciale e agricolo e quello sulla pesca del 2019 tra Ue e Marocco, a seguito della denuncia del Fronte Polisario: le due intese sfruttano terre e risorse del Sahara occidentale occupato illegalmente dal 1976 da Rabat, inserendo prodotti illegalmente sottratti al popolo saharawi nel mercato libero europeo.

Pescatori marocchini. Foto via Pixabay

La Corte ritiene che il ruolo e la rappresentatività del Fronte Polisario gli conferiscano capacità processuale dinanzi al giudice dell’Unione. Per questo, «stabilisce che il Fronte Polisario gode di un riconoscimento internazionale come rappresentante del popolo del Sahara occidentale», si legge nella sentenza, che gli attribuisce «autonomia» e «responsabilità» nel processo.

Il riconoscimento internazionale

La sentenza non lascia adito a dubbi: i controversi accordi si applicano espressamente al Sahara occidentale e richiedono quindi il consenso del suo rappresentante. E questa è la chiave del processo. La Corte europea di Giustizia permette di instaurare questo tipo di accordi, ma richiede l’approvazione, fino ad oggi non soddisfatta, del Fronte Polisario, che viene riconosciuto come persona giuridica e legittimo rappresentante del popolo saharawi.

«La Corte conclude che il Consiglio europeo non ha tenuto sufficientemente conto di tutti gli elementi pertinenti relativi alla situazione nel Sahara occidentale e ha ritenuto erroneamente di disporre di un margine di discrezionalità per decidere se conformarsi a tale requisito», conclude la sentenza.

La bandiera del popolo saharawi
Le voci del Fronte in Europa

Oubi Bouchraya, rappresentante del Fronte Polisario in Europa, ha dichiarato: «Se l’Unione Europea riproducesse, ad esempio, lo stesso schema del passato e decidesse di presentare un ricorso contro le decisioni di oggi, questo sarebbe anche un cattivo messaggio per il Marocco, che può essere interpretato come una carta bianca per portare avanti le politiche (…) che hanno portato non solo al fallimento del processo di pace nel Sahara occidentale, ma hanno anche portato l’intera regione sull’orlo del collasso».

Abdulah Arabi, rappresentante del Fronte in Spagna, ha definito la decisione della Corte «un’importante vittoria per il popolo saharawi, in armonia con la giustizia e il diritto internazionale. Ancora una volta è stato dimostrato che il Sahara Occidentale ha una parte occupata dal Marocco e che qualsiasi accordo con Rabat che includa le nostre risorse è illegale».

Staffan De Mistura nuovo inviato dell’Onu

Nel frattempo, era dal maggio del 2019 che le Nazioni Unite non riuscivano a sostituire l’ultimo inviato, che era stato l’ex presidente della Repubblica tedesca Horst Köhler, per gestire il Minurso (Missione delle Nazioni Unite per il Referendum del Sahara Occidentale). Il Marocco o al contrario il Fronte Polisario e l’Algeria di volta in volta avevano bocciato i candidati proposti da António Guterres, il segretario dell’Onu.

Ora in quella posizione è stato nominato Staffan De Mistura, un diplomatico di lungo corso e di origine italiana. È stato sottosegretario agli Esteri nel governo di Mario Monti. Durante la sua carriera è stato inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria (2014-2018) e il rappresentante speciale del segretario generale in Iraq (2007-2009) e Afghanistan (2010-2011).

Staffan De Mistura
«Decolonizzare il Sahara occidentale»

Il Fronte Polisario ha preso atto della nomina di Staffan de Mistura, ribadendo la necessità di un’urgente decolonizzazione del Sahara occidentale. In una dichiarazione, breve ma efficace, il Fronte Polisario ha affermato che l’unica soluzione per porre fine al conflitto nel Sahara occidentale è che il popolo saharawi eserciti il ​​proprio diritto all’autodeterminazione e all’indipendenza in conformità con i principi di legalità internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana.

Il Fronte Polisario ha ricordato che la nomina del nuovo inviato personale del Segretario generale per il Sahara occidentale avviene in un momento in cui il processo di pace delle Nazioni Unite nel Sahara occidentale, dal 6 settembre 1991 al 13 novembre 2020, è messo seriamente in pericolo dall’occupazione marocchina. Che mina il mandato della missione delle Nazioni Unite per il referendum nel Sahara occidentale, come definito nella risoluzione 690 (1991) del Consiglio di sicurezza e risoluzioni correlate, silurando il cessate il fuoco e la sua rinnovata dichiarazione di guerra contro il popolo saharawi.

L’occupazione marocchina
Foto via Pixabay

Il cessate il fuoco del 1991 è stato completamente distrutto agli occhi della Minurso a causa dell’aggressione dello stato di occupazione marocchino nei territori liberati il ​​13 novembre 2020, che continua tuttora alla luce del silenzio del Consiglio di Sicurezza e del Segretariato Generale delle Nazioni Unite. Il Polisario, che ha dimostrato attraverso azioni concrete il suo vero impegno per una soluzione pacifica e duratura al problema della decolonizzazione del Sahara occidentale, ribadisce che nessun processo di pace reale, credibile e sostenibile sarà possibile finché lo stato occupante marocchino continuerà, con totale impunità, le sue azioni illegali. Tentando di imporre con la forza un fatto compiuto coloniale nelle aree occupate del Sahara occidentale.

In questo senso, il Fronte Polisario spera di poter comunicare con il nuovo inviato personale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per il Sahara Occidentale, per sapere come intende procedere nell’adempimento della sua missione.