Acqua e bombe su Bombay, mostro urbano d’India – Prima parte

Pubblichiamo la prima parte di un racconto su Bombay, odierna Mumbai, megalopoli indiana, a cura di Francesco Cecchini.

«Mentre guarda la città, mezza bassofondo e mezza paradiso, lascia la sua mente viaggiare. Come può un posto essere così brutto e violento e allo stesso tempo così bello?»                   

(Chris Abani, Graceland. Riferendosi a Lagos, Nigeria. Ma potrebbe essere Bombay)

Prostituzione, Bollywood e slums: cos’è Maximum City

Lo scrittore Suketu Mehta chiama Bombay ‘Maximum City‘, Città Massima. Pubblicato nel 2005 (in Italia da Einaudi nel 2015), il saggio mette a nudo tutte le contraddizioni di questa metropoli. Dalla malavita alla prostituzione, fino ai contrasti religiosi, al ruolo dell’industria cinematografica di Bollywood e agli slums. Il libro è ancora valido per capire Bombay. Meglio, la Bombay raccontata da Suketu Mehta esiste ancora. 

Il libro ‘Maximum City’

Bombay non è solo una città, ma un piccolo continente di una ventina di milioni di abitanti dove si parlano marathi, gujarati, hindi, urdu, bengali, tamil, malayalam, inglese. Si praticano induismo, islam, cristianesimo, zoroastrismo e vi sono tutte le caste, dai bramini ai paria.

Diluvio monsonico

Il video della canzone Bombay meri hai, cantata da Usha Didi, contiene immagini della città e della sua popolazione il giorno dopo il diluvio monsonico del 26 luglio 2005. La gente, in mezzo all’acqua, canta in coro e sorride, anche se  la città è diventata un fiume. Parole della canzone dicono: se vuoi trascorrere una vacanza felice vieni a Bombay. Il link con il video è il seguente:

Però non è sempre stato così, vi sono stati tempi macchiati di sangue, quando era meglio evitare di visitarla.

Un altro Black Friday

Per esempio il 12 marzo 1993, un venerdì nero, una serie di esplosioni sparse morti, terrore, distruzioni e terrore per due ore. Iniziando dalla Borsa di Bombay, nel sud della città, durante l’affollata ora di pranzo, le esplosioni colpirono fino al Centaur Hotel a Juhu nel nord. Il bilancio: 257 morti o dispersi, 713 feriti e una città in rovina. La vicenda è ben raccontata in Black Friday. The true story of Bombay Bomb Blasts di S. Hussein Zeidi.

Il libro Black Friday. The true story of Bombay Bomb Blasts
Dalla “Buona baia” dei portoghesi alla dea Mumba

Bombay fu, prima, Bom Bahia, la “Buona baia” dei portoghesi, con le sue sette isole, poi divenute una penisola. Bombay dal 1995 è diventata Mumbai, in onore di una dea semisconosciuta, Mumba. Ma è un falso storico, che non tiene conto della vera origine.

Il più grande slum del mondo
Uno slum di Mumbai

Inoltre vi è Dharavi, il più grande slum dell’Asia e forse del mondo intero. La città è al sessanta per cento fatta da slums, per cui è chiamata ‘Slumbay‘. Il luogo ha, quindi, molti nomi, ma lo stesso spirito. Nonostante le architetture, eredità della colonia britannica ben conservate (Victoria Station, l’India Gate, Marina Drive lungo il mare, quartieri come Juhu, improvvise visioni di bellezza), è un mostro urbano. Continua (…)