Il ritorno in B delle nobili decadute

In principio fu la Ternana, capace di conquistare la vittoria del girone C di Serie C già lo scorso 3 aprile, addirittura con quattro giornate d’anticipo. Poi, domenica 25 aprile, lo stesso dolce destino è toccato al Como, trionfatore nel girone A. E domenica 2 maggio, nei 90’ conclusivi, ci ha pensato il Perugia a sigillare il primo posto nel girone B. Sono Como, Perugia e Ternana, insomma, le prime tre neopromosse in Serie B. Vere e proprie ‘nobili decadute’, viste le 88 stagioni complessive nella serie cadetta e le 30 in Serie A, che hanno appena staccato il biglietto verso una dimensione più consona alla loro storia. E che da sabato 8 maggio (si parte con Perugia-Como), data d’inizio della Supercoppa di C, cominceranno a sfidarsi in un triangolare che, in particolare per merito del derby umbro, promette di essere interessante, benché tutte abbiano già fatto pienamente il loro dovere. In attesa di essere protagoniste, magari in un futuro non troppo lontano, nella lotta per la Serie A.

Como, soldi freschi e un altro Gattuso in panchina

Nell’analizzare questo campionato di Serie C 2020-21, contrassegnato fisiologicamente dall’emergenza Covid-19 ma non stravolto nella sua regolarità, non possiamo che partire in ordine alfabetico dal girone A, terra di conquista del Como. Conquista a cui i lariani si sono dolcemente abituati, grazie al doppio salto in tre stagioni dalla D alla B, che ha fatto da contraltare ai tre dolorosi fallimenti in 13 anni, tra il 2004 e il 2017. Del resto non poteva essere altrimenti, vista la nuova proprietà: oggi il Como è nelle mani dei fratelli Robert e Michael Hartono, magnati indonesiani del tabacco (e non solo), il cui patrimonio è stimato in 40 miliardi di dollari, tra i primi 100 del mondo. “I più ricchi presidenti del calcio italiano, nonché i primi patron asiatici, in anticipo di qualche giorno sugli Zhang interisti, a vincere in Italia”, ha sentenziato la Gazzetta dello Sport. Ricchi sì, ma dal profilo assai basso. Non solo gli Hartono non amano pubblicamente apparire in pubblico – lasciando spazio nella gestione sportiva al direttore generale/sportivo Carlalberto Ludi e all’ex bandiera del Chelsea Dennis Wise, ‘ponte’ tra Como, Kudus (città-base indonesiana della famiglia) e Londra (sede della società Sent, con la quale è stato rilevato il club) – ma non hanno neppure investito cifre folli, coerenti con le loro possibilità economiche.

Giacomo Gattuso, tecnico del Como

Sarà forse per questo che la crescita lariana è stata graduale (tra i due campionati vinti da segnalare una stagione, la scorsa, anonima nella pancia della classifica) e a tratti improvvisa, con un’accelerazione irresistibile dettata dal subentro in panchina lo scorso dicembre del comasco Giacomo Gattuso, ex vice dell’esonerato Banchini, il tecnico della promozione in C. Con Gattuso in panchina, solo omonimo di Gennaro, il Como ha svoltato (51 punti in 25 partite), fino a raggiungere la vetta. Domenica 25 aprile il match ball al ‘Sinigaglia’ contro la rivale Alessandria, in uno scontro diretto dai cuori fortissimi (i grigi si erano riportati al secondo posto, a -1). Risultato? 2-1 comasco senza discussioni (doppietta di bomber Gabrielloni, punta di diamante di un gruppo senza tante stelle ma con solidi giocatori di categoria, vedi Facchi, Bertoncini, Iovine, Rosseti…) e ritorno in B dopo cinque anni sigillato, con annessa festa tra le rive del lago. Nei primi anni Duemila il Como dell’allora presidente Enrico Preziosi riuscì nel doppio salto in due anni dalla C1 alla A, con Dominissini in panchina: replicare adesso, specie se gli Hartono apriranno i cordoni della borsa, non sembra affatto impossibile.

Perugia, una rimonta irresistibile

Assai ricca di emozioni anche la parabola del Perugia, l’ultima delle ‘fantastiche’ tre in ordine di tempo a guadagnarsi la B (domenica 2 maggio, 2-0 in casa della Feralpi Salò), dopo appena una stagione di purgatorio dall’amara retrocessione del Ferragosto 2020. Il Grifo, che con il Como condivide la gloria della Serie A respirata nei primi Duemila (comprese salvezze clamorose, vittoria dell’Intertoto con annessa partecipazione alla Coppa Uefa e il lancio di non pochi grandi giocatori, su tutti Grosso), ha beffato in zona Cesarini il Padova, che aveva quasi ininterrottamente fatto da battistrada da inizio campionato nel girone B. Ma la rimonta finale dei ragazzi di Fabio Caserta (alla seconda promozione in B degli ultimi tre anni dopo l’urrà con la Juve Stabia) condita da 7 vittorie negli ultimi 8 incontri, si è rivelata insostenibile per i veneti di Mandorlini, capitolati a Trieste nella terz’ultima giornata e costretti al secondo posto nonostante gli stessi punti del Perugia (79), condannati da una peggior differenza reti negli scontri diretti. Decisivo quindi il 3-0 che il Perugia ha rifilato al Padova in un (apparentemente) anonimo turno infrasettimanale datato 11 novembre 2020, ‘difeso’ poi dai biancorossi nella gara di ritorno del 7 marzo (solo 1-0 per i veneti).

Aleandro Rosi, esterno del Perugia (tratta dal profilo Ig del giocatore)

A dir poco immensa la gioia del presidente Massimiliano Santopadre (‘mister’ Frankie Garage, dal nome della sua famosa azienda di moda, numero uno perugino dal 2012) per una promozione diretta ormai insperata, che ha rimarginato le cicatrici di una retrocessione ancora fresca (maturata addirittura ai rigori nel playout col Pescara, in una stagione che vide il fallimentare ritorno sulla panchina perugina di Cosmi). Ma Santopadre, nonostante vigorose contestazioni dei tifosi, non si è perso d’animo e ha affidato la sua creatura ad un tecnico preparato e assetato di rivincita come Caserta, anch’esso reduce dalla retrocessione con la Juve Stabia. Il connubio, complice il talento di una rosa forte di nomi come Melchiorri, Murano, Bianchimano, Rosi…), ha funzionato e ora il Perugia potrà ripresentarsi ai nastri di partenza della B con le medesime ambizioni bellicose degli anni scorsi. I fasti del secondo posto (senza sconfitte) in A nel 1979 e dell’era di Luciano Gaucci sono lontani, con la massima serie che manca dal 2005, ma dalle parti del ‘Renato Curi’ si è tornati ad una categoria coerente alle potenzialità e alla passione della piazza biancorossa.

Ternana, una dittatura da record

Ma poteva la Ternana (nella foto principale, tratta dal profilo Fb della società, la festa rossoverde), nell’anno della promozione della sua arcirivale Perugia, essere da meno? No. Tanto che le Fere si sono tolte la soddisfazione di conquistare la B ai primi di aprile con il record di punti, addirittura 90. Un campionato letteralmente ucciso, stritolato, annientato, ad eccezione delle prime quattro giornate di rodaggio (con tre pari e una vittoria). Una striscia di 11 successi di fila (27 quelli totali), cinque mesi senza sconfitte e quasi 100 gol segnati (saranno 95, record di ogni tempo per la C) i primati di questa Ternana in formato deluxe, sebbene il girone C fosse ‘grandi firme’ vista la presenza di piazze storiche del Sud come Bari, Catanzaro (l’unica, insieme alla Juve Stabia, capace di rompere l’imbattibilità delle Fere), Palermo, Foggia, Avellino (contro cui, nello scontro diretto del 3 aprile stravinto 4-1, è arrivata la promozione al ‘Libero Liberati’). Il segreto? Un tecnico muscolare come l’ex bomber Cristiano Lucarelli, un presidente munifico e appassionato come Stefano Bandecchi (proprietario dell’università online Unicusano) e una squadra allestita senza badare a spese, con giocatori di categoria superiore come Partipilo (capocannoniere del girone con 18 gol), Falletti, Mammarella, Torromino, Vantaggiato, Laverone e tanti altri.

Cristiano Lucarelli, tecnico della Ternana

Così, archiviata non senza fatica la retrocessione dalla B del 2018 (al secondo anno dell’era Bandecchi) e i due successivi campionati anonimi in C (nonostante investimenti ingenti), la Ternana non ha mollato, unendo la sua voglia di rivincita a quella di Lucarelli, al suo primo trofeo da tecnico dopo svariate vicissitudini di una carriera in panchina che solo ora sta cominciando a ricalcare le soddisfazioni vissute da bomber in Serie A (a Livorno, la sua città, Cristiano è un’istituzione) e in Europa. E ora? In casa rossoverde si pensa in grande, a cominciare dal nuovo stadio (ma il progetto è irto di ostacoli), senza dimenticare l’attenzione riversata verso i tifosi in un momento storico difficile. Basti pensare che per tutta la stagione Bandecchi ha fatto trasmettere le sfide di campionato in chiaro sui canali social della Ternana, consentendo ai fan di godere fino in fondo (seppur a distanza) della cavalcata di Lucarelli e dei suoi ragazzi. Insomma, una volta tornata in B (categoria che le Fere negli anni Duemila hanno frequentato già 14 volte) la Ternana sembra avere le carte in regola per mettere nel mirino dritto la prima lettera dell’alfabeto, che al ‘Liberati’ manca dal 1975.

E l’ultima neopromossa?

La quarta neopromossa in B scaturirà dalla lunga ‘lotteria’ dei playoff, che partirà sabato 8 maggio. Saranno ben 28 le squadre di tutti e tre i gironi che si contenderanno il sogno promozione, nel tentativo di seguire in cadetteria le tre nobili decadute. Molte saranno ‘colleghe’ (dal Padova al Modena, passando per Triestina, Alessandria, Cesena e Mantova, per tacere di Bari, Catania, Foggia, Avellino…), intervallate da autentiche outsider come Matelica, Virtus Verona, Pontedera o addirittura la Sambenedettese di Montero, sull’orlo del fallimento. Chi la spunterà? Difficile prevederlo. Ma a giudicare dalle vincitrici dei playoff che si sono succedute dal 2015 (anno in cui è entrato in vigore questo format allargato), ovvero Como, due volte Pisa, Parma, Cosenza, Trapani e Reggiana), l’esperienza e la storia sembrano pesare non poco.