Addio Piero Angela

Ripubblichiamo questo articolo, nel giorno in cui Piero Angela ci lascia.

«Buonasera. Due brevi parole di presentazione su questo programma che inizia stasera e che per sedici settimane cercherà di esplorare, in modo speriamo chiaro e comprensibile, il mondo della scienza e della ricerca nei suoi vari aspetti. Il titolo, Quark, un po’ curioso, lo abbiamo preso a prestito dalla fisica, dove molti studi sono in corso su certe ipotetiche particelle subnucleari chiamate appunto quarks, che sarebbero i più piccoli mattoni della materia finora conosciuti. Quindi è un po’ un andare dentro le cose».

Con questa presentazione, Piero Angela dava il via alla divulgazione televisiva per come la conosciamo oggi. Era il 18 marzo 1981 e gli spettatori vennero accolti da immagini di linee digitali in movimento, accompagnate dall’Aria sulla quarta corda di Bach. Fu un enorme successo. Circa nove milioni di famiglie rimasero incollate alla televisione per ascoltare la parlantina elegante e coinvolgente di quel “giovane” giornalista.

Chi era Angela?

Piero Angela aveva 53 anni e per la generazione nata negli anni ’90 è stato il nonno che ogni settimana entrava in casa per insegnarti qualcosa. Ma il pubblico adulto lo conosceva già. La sua era stata una grande carriera nella Rai, da giornalista radio a corrispondente da Parigi e Bruxelles. Si era poi avvicinato alla divulgazione scientifica, pur avendo studiato al liceo classico, con la missione Apollo nel 1968, che raccontò nel documentario Il futuro dello spazio. Da lì, creò altre trasmissioni come Destinazione Uomo, Da zero a tre anni, Dove va il mondo?, Nel buio degli anni luce, Indagine critica sulla parapsicologia e Nel cosmo alla ricerca della vita.

Il format

Quark però fu diverso, fu il primo programma progettato per coprire mesi di palinsesto in prima serata. Gli argomenti che trattava in un’ora di trasmissione andavano dalla fisica alla biologia, il comportamento animale, la neurologia, astrofisica, oceanografia, i problemi energetici, psicologia, metodologia della scienza. L’obiettivo era «capire meglio il mondo esterno, che ci circonda, e anche il mondo interno, dentro di noi».

Oltre alla presenza di Angela, le puntate utilizzavano cartoni animati, per spiegare con chiarezza fenomeni complessi, e filmati documentaristici, narrati dalla voce di Claudio Capone (il doppiatore del Superman degli anni ’90). Durante l’estate, la puntata di Quark presentava ogni volta un documentario del National Geographic e l’anno dopo il format fu ripetuto per una seconda edizione.

Il successo fu tale che Quark diede vita ad una serie di programmi in fasce diverse. Nel 1984, ogni giorno alle 14 circa andava in onda il Mondo di Quark, sempre introdotto in studio da Piero Angela, che consisteva in un contenitore di documentari antropologici girati in tutto il mondo, dedicati alla vita di comunità tradizionali, oltre ai documentari naturalistici.

Il viaggio nel corpo umano
Un fotogramma della prima puntata de La macchina meravigliosa, L’orecchio

Poi ci fu Quark economia, Quark Europa (1986), Quark in pillole, Quark italiani (1988), ma forse il programma rivoluzionario fu La macchina meravigliosa. Nel 1990 andarono in onda, sempre su Rai1, una serie di otto puntate in cui Piero Angela spiegava al pubblico le particolarità del corpo umano. Ma non con un semplice documentario o una ricostruzione grafica, bensì prendendo spunto da Viaggio Allucinante, film cult del 1966 in cui un gruppo di scienziati si miniaturizza per entrare nel corpo di un uomo e salvarlo. Angela fece lo stesso, sdoppiandosi. Il conduttore in studio si collegava, infatti, con il se stesso inviato, esploratore miniaturizzato, che dall’orecchio visitava le varie parti del corpo, incontrando negli organi soggetti come musicisti e fotografi, che illustravano il funzionamento degli apparati, dall’orecchio all’intestino. Dopo di che, Angela parlava in studio con alcuni ospiti, con cui venivano effettuati alcuni esperimenti. Insomma, anche meglio di Siamo Fatti Così. Nel varietà Fantastico del 1991, Roberto Benigni, parlando dell’organo femminile con Raffaella Carrà, cercò poi Piero Angela fra il pubblico.

«Angela! Ma lei che ha fatto il viaggio dentro il corpo, me lo vuole dire cosa c’è in questa zona della donna?»

«Mi sono fermato prima», rispose lui ridendo.

Il parco giurassico
Un fotogramma della prima puntata de Il pianeta dei dinosauri

Negli anni successivi, Quark ha riproposto, sempre con un seguito importante, il suo format più classico. Ma nel dicembre del 1993, andò in onda un nuovo esperimento un ciclo di 4 puntate chiamato Il pianeta dei dinosauri. Come per La Macchina Meravigliosa, Piero Angela usò l’espediente narrativo dello sdoppiamento, fra presentatore e inviato. Solo che l’inviato si trovava nel mesozoico, a tu per tu con i dinosauri, creati con scheletri metallici e vetroresina. Era l’anno di Jurassic Park e non poteva che essere un enorme successo. Fu anche la prima collaborazione fra Piero e il figlio Alberto, paleontologo, che spiegava dal presente i fossili trovati in alcune zone del mondo.

Padre e figlio

Nel 1995 andò in onda SuperQuark, che riprese il format di Quark, ma estendendolo a due ore e con la costante partecipazione di Alberto Angela, sia come autore che come divulgatore e inviato. Con la sua troupe fu, infatti, il primo a realizzare un servizio sulla tomba egizia di Ramses II, la più grande mai scavata.

Il duo ha continuato e continua tuttora a intrattenere gli italiani con i vari Super Quark, Quark Atlante, Ulisse, Le Meraviglie. I loro sono programmi di punta che registrano sempre ottime percentuali di share. A causa dell’età del padre, oggi 93enne, è il figlio Alberto a gestire maggiormente i format ed è anche lui diventato un soggetto così iconico da aver ispirato diverse parodie, come quella di Neri Marcorè o delle Coliche. Ma, cosa più importante, ha ispirato anche tanti giovani a seguire il loro amore per le scienze e la storia.

Ludendo docere
Piero Angela in una lectio magistralis a Bologna, 2018. Foto credits: Marcello Caponigri

Il loro successo dipende da tanti fattori, difficili elencarli tutti, ma sicuramente la loro parlata coinvolgente ha la sua parte di merito. La creatività dei vari programmi non è da meno, ma soprattutto la loro affidabilità: c’è un lungo lavoro di ricerca dietro i loro documentari, che non sforano mai nel fantascientifico, come i vari Voyager o Mistero.

Forse il segreto del successo di Quark è racchiuso in questo semplice pensiero, che Piero Angela scrisse in uno dei suoi libri:

Personalmente, mi sono annoiato mortalmente a scuola e sono stato un pessimo studente. Tutti coloro che si occupano di insegnamento dovrebbero ricordare continuamente l’antico motto latino “ludendo docere”, cioè “insegnare divertendo”.

La macchina per pensare (1987)